Coronavirus e l’Italia: fermarsi oggi per rimettersi in moto domani
9 Aprile 2020La prossima che vivremo quest’anno sarà davvero una Pasqua di passione soprattutto per il turismo che, proprio nel periodo della Resurrezione, apriva le porte al mondo intero.
Un crollo improvviso paragonabile al Titanic. O forse oserei dire peggio. In questi giorni sembra intravedere qualche timido segnale di rallentamento da contagio “coronavirus” ma ciò non nasconde che ancora la pandemia sta provocando davvero danni all’economia globale. È vero il danno da pandemia sta colpendo sempre più i diversi settori, per non dire tutti. La mia paura più grande, dopo questa immensa emergenza, riguarda il mio prossimo futuro lavorativo, uguale a tutti quelli che campano di turismo.
Abitando in un paese siciliano che vive quasi esclusivamente di turismo il mio stato d’animo è comune a moltissimi altri. La gente oramai è spaventata. Sembriamo davvero degli sconosciuti, ma perché prima non lo eravamo? Be’si, ma un sorrisetto quando ci si guardava negli occhi scappava sempre. Oggi la tristezza più assoluta. La paura contagia tutti. È inevitabile. Non si parla d’altro. La stagione, sicuramente l’inizio, è compromessa.
Qui, in famiglia, sono l’unica ad occuparsi di turismo. Se ci va di lusso, da giugno insieme a tutti voi potrò riprendere a compiere i primi passi.
A me le tempeste non hanno mai fatto paura, anzi le ho sempre viste come una sorta di sfogo e purificazione. Con la giusta calma e intelligenza si affrontano le situazioni. Vivere il presente, giorno per giorno. Ecco cosa dobbiamo fare. Nient’altro.
Siamo invasi di incertezze, neanche più il governo ancora si pronuncia perché non vuole rischiare di fare altri buchi nel suolo e portarci tutti alla rovina …la prima cosa che mi viene da fare è quella di togliere il superfluo, tutte quelle spese che sono cattive abitudini, capricci, sfizi che non rendono deliziosa la vita, non è questa la giusta chiave che apre le porte al mondo e alla società: leggerezza.
Per il momento siamo incerti su quando sarà che percepiremo il prossimo stipendio, quando torneremo ad andare in palestra, non sapremo quando sarà che compreremo un paio di scarpe nuove o una bottiglia di vino francese.
Non sto qui ad aprir battaglia con ciò che intendo futile e vitale. Non voglio dare giudizio morale perché non è mai stato mio dovere e compito.
Un po’la vita di tutti noi è cambiata. Siamo tornati indietro di qualche annetto fa quando ci si preoccupava seriamente di fare quadrare il bilancio a fine mese. Un ritorno alle origini
Non abbiamo bisogno dei “piaceri_sveltina” non sono le cose materiali quelle di cui abbiamo bisogno.
Strade interrotte.
Perché non riflettiamo ad alta voce che questo periodo di “quarantena” economica potrebbe si trasformarsi in un’occasione per guardare con occhi diversi alla nostra vita?
Secondo me non torneremo alla normalità, perché era la normalità il vero problema. Restituiremo il Turismo al suo contesto societario? Si! Ci sarà la necessità di “evolvere.” Occorre prendere nuove decisioni senza aspettare che la situazione si risolva. Quando la crisi sarà alle spalle bisognerà essere pronti a cogliere le nuove opportunità che offrirà il mercato. È necessario un cambio. Bisognerà creare nuovi modelli.
C’è del bello, davvero, in un sacco di cose intorno a noi.
La sicilia è un’isola dai mille colori dove il mare le dona bellezza e la montagna questa bellezza la mantiene giovane fino in eterno. L’Italia è madre natura.
Riscoprirla potrebbe far bene al cuore.
Riscoprire il vero valore della famiglia , dei figli, degli amici, un album sul vinile, un bicchiere di vino fatto come dio comanda, la gioia nei piccoli gesti, la natura che ancora ha bisogno di noi …
Il fatto di essere ancora vivi, sani. Ma voi ci pensate a quanta bellezza abbiamo?
Non possiamo permetterci di vivere senza il turismo. Quanto tempo ci resta? È incerto. Umiltà, empatia, Venezia, Liguria, Napoli, Puglia, Roma, Marche, Sardegna … Crediamoci davvero in questi valori così che l’Italia finalmente potrà ritornare a splendere e noi italiani possiamo finalmente dire di essere vittoriosi più che vili, egoisti.
Bisogna avere il coraggio di aspettare con responsabilità che passi questa fase critica e allo stesso tempo diamo spazio stando insieme alle idee di rielaborarsi per ripartire appena questo ci sarà di nuovo possibile.
Simona Russo
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