LIBRI DA VIAGGIO : Amante dei viaggi e della lettura?
4 Giugno 2020I libri sono sempre dei viaggi.
Se c’è una cosa che non faccio mai è partire senza un fedele compagno di viaggio. Da piccola leggevo ore ed ore anche se devo ammettere amavo tanto guardare fuori dal finestrino ma niente, le vite dei personaggi dei libri mi rapivano sempre.
Il camper traballava ed io vivevo due avventure : quella del viaggio e quella che leggevo.
Quali sono le due cose che possono andare a braccetto ?
Leggere e viaggiare!
Sappiamo bene che la lettura è uno dei passatempi preferiti di un viaggiatore, tranne che non si preferisce affrontare il viaggio con le cuffie alle orecchie ascoltando la propria playlist preferita! Quando viaggiamo si sa : la nostra mente si fa un bel tuffo in un’infinità di ricordi, questo succede sia con la musica ma anche attraverso la lettura di un buon libro comprato o semplicemente del nostro libro preferito. Si, in questo modo affronteremo il viaggio in maniera diversa : associare i bei ricordi alla lettura di un libro durante un viaggio ci trasporterà in un altro tempo, in un altro luogo, dal primo momento in cui lo prendiamo in mano.
Finalmente arriva il treno. Prendo posto e impaziente tiro fuori il libro. L’idea di potermi finalmente perdere tra le sue pagine mi rende felice. Super felice!
Ma cosa sto leggendo ?
“Che ci faccio qui?” di Bruce Chatwin.
In “Che ci faccio qui?” Bruce Chatwin, grande viaggiatore inglese, racconta i temi e i momenti che hanno accompagnato tutta la sua vita di uomo, storico, romanziere e di viaggiatore che si ferma a raccontare ciò che ha visto, desideroso di andare sempre più lontano. Un libro che mi ha intrigato in modo particolare.
Bruce negli ultimi mesi prima della sua morte, raccolse alcuni pezzi dispersi della sua opera che avevano segnato altrettante tappe di una sola avventura : per lui vivere una vita intensa significava viverla come “un viaggio da fare a piedi.”
Il racconto che ne esce porta Chatwin nelle più disparate parti del mondo mentre affronta le più differenti situazioni: dalla ricerca dello yeti sull’himalaya alle conversazioni con Indira Ghandi, dal viaggio in Ghana al seguito di Herzog alla storia di Salah Bougrine , un emigrante algerino a Marsiglia.
Chi ha sempre letto Bruce Chatwin sa che egli fu, prima ancora che un romanziere e un saggista, qualcuno che è stato sempre in viaggio e che osservava ogni esperienza con lo sguardo penetrante di chi, a partire da qualsiasi cosa, voleva andare il più lontano possibile. Una qualità rara, il titolo del libro è una perfetta sintesi di quello che Bruce Chatwin è stato ed ha vissuto.
Questa domanda lo ha inseguito per tutta la vita, costringendolo a trascorrerla sempre in movimento, in fuga, come un nomade dell’anima prima che del corpo.
Il narratore, immerso nei suoi racconti si riscopre un viaggiatore che si ferma a ricordare ciò che ha visto. Qui, la particolarità del libro e dello scrittore : uno dei doni letterari di Bruce è proprio questa sua elasticità della prosa, che porta il lettore a pendere dalle sue parole. Il fascino della sua prosa deriva da un consiglio di un grande maestro Noel Coward che un giorno gli confido’ di “Non lasciarsi mai intralciare da preoccupazioni artistiche.”
Un libro che racconta una storia di per se’ affascinante, ma che lo fa forse in modo troppo dettagliato : passato l’entusiasmo iniziale, tutta la parte centrale del libro descrive in modo fin troppo preciso i suoi immensi viaggi interiori.
Ammetto che non mi è stato semplice interrompere la lettura a un certo punto.
Consiglierei “Che ci faccio qui ?” per chi, come me è un lettore che va ben oltre i limiti, a chi è davvero appassionato di questi temi o a chiunque abbia voglia di intraprendere un viaggio lungo qualche secolo alla scoperta del proprio io interiore, anima misteriosa, viaggio che richiede un po’ di sforzi ma che, alla fine, lascia soddisfatti e stupiti.
Il suo era “un modo di sfuggire a se stesso”, di “risolvere il suo più grande problema: dove essere.”
Simona Russo
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